lunedì, marzo 26, 2007

UN PO' DI STORIA SULLA BIOMUSICA

Tempo fa, tra docenti argentini, si parlava della necessità di cercare nuove vie pedagogiche per dare nuova vita all’insegnamento scolastico. La principale osservazione fu che l’ostacolo più grande per l’apprendimento di qualsiasi materia era in noi stessi, i maestri. La nostra rigidità, sia fisica che mentale, allontanava gli allievi e creava barriere alla comunicazione, la rendeva difficile al di là di qualunque metodo utilizzato.
Trovammo qualche risposta nei giochi dei bambini. Osservando il modo in cui la loro corporeità si fonde con emozioni e pensieri, ascoltando le canzoni che spontaneamente accompagnano i loro movimenti, cominciammo a pensare che si poteva costruire una metodologia basata su tecniche diverse ma complementari, utilizzando la musica come elemento motore e promotore.
Successivamente abbiamo trovato altre risposte nella musica stessa, nelle sue proprietà intrinseche e nella sua capacità di mobilitare ed emozionare. Le esperienze ci dicono che il suono, se indirizzato correttamente, può agire direttamente sul sistema bioenergetico del corpo.
Concluso il discorso su corpo-emozione-energia, abbiamo visto che questo metodo poteva essere sperimentato da tutte le persone. In seguito abbiamo cominciato ad adoperarlo nelle diverse comunità e la nostra tecnica si è arricchita di nuove possibilità.

In questa fase non avevamo più scopi esclusivamente pedagogici, ora ci preoccupavamo di arrivare alla identificazione dei conflitti che condizionano i comportamenti delle persone, di capire il funzionamento di quei meccanismi interiori che portano sofferenza alla persona.
A partire da questa considerazione si è strutturata la Biomusica. Poi, con gli anni, è stata applicata con successo in una innumerevole quantità di situazioni.

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