domenica, dicembre 23, 2007

Perchè giochiamo in Biomusica?

per Alicia Barauskas


Quando si parla di gioco, nella nostra società contraddittoria, scopriamo un paradosso: mentre si rileva l’importanza dell’attività ludica nell’infanzia, si condiziona il bambino nei suoi spazi e nei suoi tempi e lo si priva della possibilità di soddisfare questa necessità. Quando diventa adulto, scopre i suoi traumi e i suoi blocchi, sente che non sta bene e ricorre alle terapie in cui lo fanno giocare per riprendersi il suo essere bambino.

Possiamo dire molte cose sull’importanza del gioco senza limitarci al bambino o all’adulto: ad esempio, che prepara per affrontare la vita, che stimola la creatività, che serve di sfogo nei momenti di tensione, che ci aiuta nelle relazioni, che ci diverte, che permette al corpo di esprimersi con movimenti diversi, che apre canali di pensiero non convenzionali, ecc. 

Abbiamo sentito anche, i commenti concernenti l’effetto negativo del gioco, ad esempio quando diventa un’azione compulsiva che crea dipendenza, motivata dalla speculazione per il risultato, sia questo denaro o prestigio.

Vediamo insieme una possibilità diversa: rivalorizzare questo prezioso strumento alla portata di tutti, scoprire che possiamo ancora recuperarlo e utilizzarlo nel nostro beneficio.

Quelli fortunati possono cercare l’opportunità di organizzare il loro gruppo per giocare. Quelli PIU’ fortunati frequenteranno le pratiche di Biomusica e faranno un lavoro completo, complesso e profondo. Chi ancora non si è organizzato perché… ”non ho tempo”… ”non ho soldi”…. ”non ho il coraggio”…. può leggere le…..
Proposte per giochi solitari

Ci sono giochi che molte volte facciamo senza pensare e passano velocemente, senza essere osservati perché li crediamo poco importanti. Perché non guardarli con altri occhi? Perché non rivolgere l’attenzione a questi momenti di sfogo, di esercitazione sensoriale o di divertimento che il nostro Io bambino si permette? Il nostro bambino interno non ci chiede il permesso perché abituato a non ottenere risposte, quindi, si crea lo spazio in alcuni momenti della vita quotidiana rivelandosi in un piccolo gioco.
 


Allora canta mentre camminiamo e cerca di mantenere il tempo forte con il piede sinistro… o conta i gradini di ogni piano, o guarda le nuvole e le macchie di umidità per trovare forme, o immagina fate nelle lingue di fuoco del camino, o si diverte a immaginare quella persona seria e autoritaria mentre fa i suoi bisogni. Probabilmente, ognuno ha le sue abitudini e, molte volte, sono piccoli giochi che facciamo da quando eravamo bambini. Sicuramente i primi a censurare l’importanza di questi momenti saremo noi stessi. Infatti, sono giochi che si fanno scrupolosamente in privato. La nostra immagine di persona “seria” potrebbe essere compromessa e giudicata negativamente. Qualcuno potrebbe dire che siamo diventati pazzi, che siamo immaturi o superficiali.

Chi legge questo argomenterà che non ha tempo da perdere o che non si può permettere il divertimento con stupidaggini; ma questi brevi momenti, se utilizzati coscientemente, possono aiutarci. Ci ruberanno soltanto alcuni secondi o quasi niente.
 


Non è necessario praticare questi giochi-esercizi continuamente. Basterà ricordare e identificare prima, quelli che facciamo già. Poi cambiarli per altri ogni settimana e, più tardi, vedremo aumentare i piccoli momenti d’incontro con il nostro bambino interno.
Non dobbiamo farci notare. Il nostro sarà un gioco per noi, che faremo pubblico soltanto se lo vogliamo.

Questi piccoli momenti divertenti possono aiutarci a mantenere l’attenzione su di noi, per ricordare e tenere presente chi siamo, dove andiamo e cosa vogliamo.

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