giovedì, gennaio 10, 2008

UN´ ESPERIENZA ITALIANA CON BIOMUSICA NELL’AMBITO EDUCATIVO

"L’URGENZA D' ESPLORARE LO SPAZIO EVOLUTIVO”

A cura di
Luca Marchioni
Questa è una ricerca empirica, basata sull’utilizzo della Biomusica nell’ ambito scolastico. Durante quattro anni si sono realizzati progetti nelle scuole di Roma e Firenze, Pubbliche e Private, durante l’orario scolastico. I progetti hanno avuto come interlocutori a più di 800 alunni e circa 40 adulti tra dirigenti, professori, educatori e personale di servizio.Si sono svolte attività con gruppi che includevano uno o due integranti con difficoltà psichiche e/o psichiche. La ricerca ha richiesto un totale di 620 ore di lavoro.
Sfide difficili e possibili
La sfida di questa attività è stata quella di definire concretamente lo spazio evolutivo, ovvero quella dimensione che si fa presente prima , durante e dopo, lo spazio terapeutico e di riabilitazione. Una dimensione emotiva che prende vita a seguito della condivisione di spazi e di tempi comuni tra gruppi di esseri umani. È fugace ed invisibile ma non perciò inesistente, non si può toccare ma è concreta. Questo spazio, in base alla nostra esperienza, nasconde molte informazioni fondamentali per il percorso di innovazione urgente che la scuola e tutti i suoi protagonisti devono raggiungere nelle loro modalità vincolari. Alcuni punti critici attorno ai quali si è svolta l’esperienza: Personalizzare il rapporto docente - alunno: ciò ha significato che l’aspetto emozionale di ogni persona si convertisse definitivamente in una materia pedagogica dell’attività didattica ed educativa nella scuola. Proporsi di lavorare nella dimensione emotiva della scuola, impegna a sviluppare una “nuova prospettiva critica e polemica”, necessaria per far fronte ai pregiudizi che si radicano nelle modalità dominanti di concepire l’essere umano ed i suoi rapporti, nell’ambito scolastico. Recuperare spazi e prospettive per la normalità: ogni essere umano ha emozioni, indipendentemente dalla sua condizione:
le emozioni sono democratiche. La ricerca empirica si è svolta nell’ambito lavorativo –e di pensiero – dove ci fossero “orecchi” per la normalità emotiva di ognuno e non per le differenze. L’urgenza del nostro lavoro è stata quella di recuperare la capacita di osservazione ed interessarsi alla normalità dell’essere umano, quella parte che appartiene a tutti, nonostante le differenze. Questa, in un certo senso, si è potuta scoprire laddove nascono e si trasformano le emozioni. Per queste ragioni tutti i gruppi sono stati invitati a partecipare in uguali proposte dagli integranti. Tutti i gruppi hanno potuto rompere con lo stereotipo della differenza, scoprendo che si poteva apprendere dalle risposte che ogni participante offriva riguardo alle sue normali o diversamente normali possibilità. Comunità Emozionale: le emozioni operano nell'essere umano completo ed influenzano il suo agire con il prossimo. Perciò le emozioni influiscono nei rapporti ed i rapporti nelle emozioni. Questo ha implicato che la attività si svolgesse sempre con il gruppo e mai con l’individuo separatamente. Si è stabilito che è in gruppo dove ogni alunno sperimenta i suoi rapporti e le sue emozioni, perché il gruppo, nel quale l’alunno vive la maggior parte del tempo scolastico, rappresenta la sua “comunità di riferimento”.È importante che detta comunità sia in grado di trasformare punti di vista su se stessa ed i suoi partecipanti, per questo motivo si è considerato come fondamentale non dividere gli integranti del gruppo evitando cosi di realizzare l’attività solamente con alunni di differenti capacità o altre difficoltà. Si e potuto comprovare quanto sia difficile un cambio emotivo effettivo che non si realizzasse nel gruppo e che non interessasse al gruppo completo. Questa attività considera che, attraverso il processo di trasformazione delle emozioni, ci si può trasformare come essere umano e come gruppo. Affinché adulti, giovani e bambini possano raggiungere queste trasformazioni, pare che non sia sufficiente parlare, cantare, danzare o dipingere le emozioni, ma è impellente e vantaggioso lavorare nella ricostruzione di quello spazio evolutivo che dovrebbe essere rappresentato dalla scuola.
Concludendo
In base alla nostra esperienza diretta si e comprovato che la Biomusica propone idee e tecniche per realizzare azioni concrete che incidano effettivamente nei limiti dell’ambito scolastico, particolarmente nelle modalità vincolari che regolano la interazione dei loro protagonisti– con una incredibile recidiva diretta sul problema della distrazione a scuola. Queste azioni possono acquisire più forza e senso se, con il tempo i loro risultati aiutino a sensibilizzare sull’importanza di realizzare ricerche sulle potenzialità evolutive dell’essere umano anche nell’ambito pedagogico ed educativo.

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